Roth Joseph - 1928 - Zipper e suo padre by Roth Joseph

Roth Joseph - 1928 - Zipper e suo padre by Roth Joseph

autore:Roth Joseph [Roth Joseph]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788845977145
Google: G9YwCwAAQBAJ
editore: Adelphi Edizioni spa
pubblicato: 2015-12-15T23:00:00+00:00


XII

I clienti abituali del caffè lo accoglievano con tanto calore non perché si rallegrassero sinceramente del suo ritorno, ma perché quel rientro era un avvenimento. La loro vita era povera di avvenimenti. Essi se ne stavano in quel caffè come in una fortezza assediata. Dal mondo nulla giungeva a loro, nessuno di loro raggiungeva il mondo. Si sarebbero rallegrati altrettanto se in quel momento, anziché rivedere Arnold, avessero magari appreso che si era suicidato. Forse intuivano che qualcosa di importante, qualcosa di misterioso, era entrato nella sua vita. Perché non avevano mai visto che qualcuno restasse lontano dal caffè, per un motivo banale, più di una settimana.

C’era stato davvero un importante cambiamento nella vita di Arnold: aveva incontrato la signorina Erna Wilder.

Naturalmente, questo non me lo raccontò alla luce del giorno. Arnold parlò di lei – come, in generale, quando aveva una confessione da fare – soltanto di notte, mentre andavamo a casa. Non raccontò tutta la verità. Disse solo, dopo che per una mezz’ora avevamo camminato fianco a fianco in silenzio, e mentre io sentivo che stava cercando l’attacco giusto –, disse solo:

«Ho incontrato Erna Wilder».

Incontrato non era la parola giusta. Arnold l’aveva cercata, come sarei venuto a sapere in seguito. Poiché da un anno lei aveva lasciato la casa dei suoi genitori, Arnold dovette chiedere informazioni alla scuola di arte drammatica. Lì non gli diedero il suo indirizzo. Così egli attese davanti alla scuola, come fa un giovanotto innamorato. La vide uscire. La seguì finché lei, arrivata sotto casa, si congedò da chi l’accompagnava. Prima che lei salisse le scale, Zipper salutò e chiese come stava.

Ma tutto questo lo venni a sapere solo in seguito. Per il momento Arnold si contentò di informarmi che Erna era diventata una «persona piacevole, simpatica». Che era molto cambiata da quell’estate nella stazione termale slesiana. Non c’era, in fondo, da meravigliarsene.

A informazioni così generiche si limitava Arnold.

Io gli chiesi soltanto se ora andava di nuovo in ufficio. Disse che da tre giorni aveva ripreso a lavorare, ma che non era ancora per nulla deciso a rimanere lì, a fare l’impiegato statale e rinunciare al «mondo».

Comunque, restasse o no in quel posto, mi sembrò che Arnold fosse innamorato. Cioè: che si trovasse in uno stato che da sempre si chiama «essere innamorati».

Lo era per la prima volta in vita sua. Ne restai sorpreso, perché Arnold non aveva alcuna disposizione a innamorarsi. Gli mancavano, per così dire, tutti i presupposti per l’amore. Se il suo intelletto non era particolarmente lucido e guardingo, il suo temperamento non era però abbastanza forte per fargli perdere la testa. Se anche era sentimentale per natura, Arnold aveva tuttavia sufficiente buon gusto per combattere il sentimentalismo. Se anche era sensibile e capace di soggiacere a un influsso estraneo, a un’attrazione, a uno stato d’animo, era tuttavia troppo indifferente nei confronti delle donne in generale perché gli fosse possibile diventar schiavo di una di loro. Già da tempo avevo osservato che Arnold era uno dei pochi uomini che in compagnia di donne non modificavano il loro contegno.



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